venerdì 29 luglio 2011

Storia di un bimbo mai nato

Storia di un bimbo mai nato

Ciao, io sono Vincenzo, o almeno cosi mi chiameranno i miei genitori quando nascerò, loro mi amano già tantissimo e io non vedo l’ora di essere tra le loro braccia, almeno spero perché purtroppo la mia mamma non sta molto bene e io so che in parte è anche colpa mia, ho sentito il dottore quando ne parlava con mio papà. Questa cosa mi rende triste ma sono sicuro che tutto si risolverà per il meglio.
Oggi la mia mamma ha pianto tanto, un po’ perché non si sentiva bene e un po’ perché è preoccupata, mio papà ha perso il lavoro, e alla mamma servono cure e anche una cosa chiamata soldi anche se non so cosa siano.
Mamma ha litigato con papà, lui dice che è tutta colpa mia se ci troviamo in questa situazione, ma perchè?
Cosa ho fatto io? Non sono nemmeno nato ancora! Mamma non riusciva a smettere di piangere e più piangeva e più si sentiva male, allora papà ha iniziato a piangere anche lui, forse stava male? Forse sono contagioso? Non so, però io voglio bene ai miei genitori e per questo ho deciso che non voglio farli soffrire, forse senza di me cesseranno di stare cosi male, ho deciso non voglio più nascere.
Signora, mi dispiace, non so come dirglielo ma... non c’è più battito, ha avuto un aborto spontaneo!

(a te che sei sempre nel mio cuore) 

mercoledì 11 maggio 2011

Che fame !

CHE FAME


Cordelia mangiava per il puro piacere di farlo, era quella che si definisce una buona forchetta, amava i piatti prelibati, le raffinatezze e amava cucinare. Era dotata di un'incredibile talento, spezie esotiche e rare non mancavano mai nella sua dispensa, era capace di cucinare la stessa pietanza in centinaia di modi diversi, poteva trasformarla in un primo, in secondo , un contorno e persino in dessert.Ormai il suo locale era il più affollato della città, si è vero che gli altri locali erano tutti chiusi ormai da tempo,Cordelia non ricordava nemmeno più da quanto , ma ormai erano diverse le cose che non ricordava più, non si ricordava nemmeno come si era procurata quella strana ferita che aveva sulla spalla, l'unica cosa che contava per lei era cucinare, e soddisfare i suoi clienti, è vero che non è che chi sa quanti complimenti ricevesse, ma del resto a lei non importava, lei poteva vedere la soddisfazione su quelle facce, poteva vederli andar via soddisfatti. L'affluenza era tale che spesso si potevano vedere i cliente mangiare in piedi, con le mani, l'importante era mangiare, i clienti non avevano molta pazienza e il cliente , si sa, ha sempre ragione e nel locale di Cordelia i cliente venivano trattati molto bene, era in assoluto il miglior posto dove mangiare cervello, era senza ombra di dubbio il miglior ristorante per zombie dello stato.

Non è come pensi

Non è come pensi

Js quel giorno era molto depresso, non si sentiva soddisfatto nonostante ne avesse di motivi per esserlo, non è da tutti lasciare il proprio capo e tutti i colleghi a bocca aperta , il progetto che aveva presentato era semplicemente magnifico e dire che ci aveva lavorato solo due giorni, Js non si vantava ma il fatto che avesse un cervello fuori dal comune era un dato di fatto.
Eppure nonostante tutto provava un sentimento strano, un miscuglio di indifferenza e apatia, non voleva ammetterlo ma la colpa era di quella ragazza.

Js malediceva ancora il giorno in cui si era lasciato convincere ad andare in quel locale, non era il suo stile, lui preferiva le biblioteche ai luoghi rumorosi e assordanti, pieni di fumo e di ragazze cosi poco vestite che l'immaginazione giocava a vederle vestite di tutto punto. Eppure nonostante tutto si era lasciato convincere da Jocker e Kaddo, troppe volte aveva detto no ai suoi amici, quella volta non ci riusci.

Il locale non era come JS se l'immaginava, la musica era ad un volume accettabile, potevi parlare con una certa tranquillità, l'ambiente molto elegante e la totale assenza di fumo fecero un'impressione positiva su Js che odiava il fumo e lo faceva stare male , stava quasi iniziando a sentirsi a suo agio quando accadde.

Kaddo aveva scelto un tavolo da dove guardavano tutto il locale , lui e Jocker erano clienti abituali del posto e sapevano bene come comportarsi, quindi JS si limitava a seguirli e ad annuire quando gli chiedevano qualcosa, in cuor suo sperava solo che il tempo passasse il più in fretta possibile per andar via quando all'improvviso la sua espressione cambiò, per un attimo si dimenticò di respirare e stava iniziando a cambiare colore, gli occhi sembravano voler schizzare via dalla faccia, poi con tutto il controllo di cui era capace si calmò, non poteva avere una crisi adesso, non in presenza dei suoi amici, non dopo tutto quel tempo , no non poteva, doveva andar via o altrimenti sarebbe tutto ricominciato, il padre l'aveva avvertito di questa cosa: figlio ti lascio la mia eredità, all'inizio JS non capiva il significato di quelle parole, poi un giorno capi, quando si ritrovò con un coltello in mano e una donna sventrata ai suoi piedi tutto gli fu chiaro, ed era tutto vero : lui era Jack lo Squartatore junior.